Citazioni

La parresia è una specie di attività verbale in cui il parlante ha uno specifico rapporto con la verità attraverso la franchezza, una certa relazione con la propria vita attraverso il pericolo, un certo tipo di relazione con sé stesso e con gli altri attraverso la critica (autocritica o critica di altre persone) e uno specifico rapporto con la legge morale attraverso la libertà e il dovere. Più precisamente, la parresia è un’attività verbale in cui un parlante esprime la propria relazione personale con la verità e rischia la propria vita, perché riconosce che dire la verità è un dovere per aiutare altre persone (o sé stesso) a vivere meglio. Nella parresia il parlante fa uso della sua libertà e sceglie il parlar franco invece della persuasione, la verità invece della falsità o del silenzio, il rischio di morire invece della vita e della sicurezza, la critica invece dell’adulazione e il dovere morale invece del proprio tornaconto o dell’apatia morale.

Michel Foucault

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Chiedere al potere di riformare il potere...

Che ingenuità!

Giordano Bruno

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Se ne uccidono abbastanza di poveri? Non è sicuro... Che domanda è? Bisognerebbe forse sgozzare tutti quelli che non capiscono? Che ne nascano altri, di nuovi poveri e sempre così fino a che ne arrivano di quelli che stanno allo scherzo, fino in fondo... Come si falciano i prati fino al momento in cui l'erba è veramente quella giusta, quella tenera.

Louis-Ferdinand Céline

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La forma di governo che si addice maggiormente all'artista è l'assenza di ogni governo.

Oscar Wilde

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Partirei da una delle parole più semplici e più corte del vocabolario: la parola "no". Abbiamo perso l'arte di dire "no". No alla brutalità della politica, no alla follia delle ingiustizie economiche che ci circondano, no all' invasione della burocrazia nella nostra vita quotidiana. No all' idea che si possano accettare come normali le guerre, la fame, la schiavitù infantile. C' è un bisogno enorme di tornare a pronunciare quella parola. E invece ne siamo incapaci. Mi creda, sono sgomento di fronte all' acquiescenza di tante persone per bene, trasformate in campioni di fatalismo. Che dichiarano apertamente il loro scetticismo in ordine all' inutilità della protesta, quasi che protestare fosse diventato imbarazzante.

George Steiner

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DIFESA DEI LUPI CONTRO LE PECORE

Deve mangiare viole del pensiero l'avvoltoio?

Dello sciacallo, che cosa pretendete?

Che muti il pelo?

E del lupo? Deve da se cavarsi i denti?

Che cosa non vi garba nei commissari politici e nei pontefici?

Che cosa idioti vi incanta, perdendo biancheria sugli schermi bugiardi.

Chi cuce al generale la striscia di sangue dei pantaloni?

Chi trancia il cappone all'usuraio? Chi fieramente si appende la croce di latta sull'ombelico brontolante? Chi intasca la mancia, la moneta d'argento, l'obolo del silenzio? Sono molti i derubati, pochi i ladri; chi li applaude allora, chi li decora e distingue, chi è avido di menzogna?

Nello specchio guardatevi: vigliacchi che scansate la pena della verità, avversi ad imparare e che il pensiero ai lupi rimettete, l'anello al naso è il vostro gioiello più caro, nessun inganno è abbastanza cretino, nessuna consolazione abbastanza a buon prezzo, ogni ricatto troppo blando è per voi.

Pecore, a voi sorelle son le cornacchie, se a voi le confronto. Voi vi accecate a vicenda. Regna invece fra i lupi fraternità. Vanno essi in branchi.

Siano lodati i banditi. Alla violenza voi li invitate, vi buttate sopra il pigro letto dell'ubbidienza. Tra i guaiti ancora mentite. Sbranati volete essere. Voi non lo mutate il mondo.

Hans Magnus Enzensberger

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La fede nella verità comincia con il dubbio in tutte le «verità» credute sino a quel momento.

Ancora sono ben lontani costoro dall'essere spiriti liberi: poiché ancora essi credono alla verità ... Allorché i Crociati cristiani si scontrarono in Oriente con quell'invincibile ordine di Assassini, quell'ordine di spiriti liberi par excellence, i cui gradi infimi vivevano in una obbedienza quale non fu mai raggiunta da alcun ordine monastico, ricevettero per qualche via anche una indicazione su quel simbolo e su quella parola d'ordine intagliata sul legno, che era riservata unicamente a grandi sommi, come loro secretum: «Nulla è vero, tutto è permesso» ... Orbene, questa era libertà dello spirito, in tal modo veniva congedata la fede nella stessa verità.

 

Friedrich Nietzsche

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Nei tempi oscuri

Non si dirà: quando il noce si scuoteva nel vento

ma: quando l'imbianchino calpestava i lavoratori.

Non si dirà: quando il bambino faceva saltare il ciottolo piatto sulla rapida del fiume

ma: quando si preparavano le grandi guerre.

Non si dirà: quando la donna entrò nella stanza

ma: quando le grandi potenze si allearono contro i lavoratori.

Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri

ma: perché i loro poeti hanno taciuto?

Bertolt Brecht

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Cessiamo di illuderci. Nel momento stesso in cui le nazioni occidentali hanno abbandonato l'antico regime del governo assoluto, operante sotto un re una volta divino, stavano ripristinando lo stesso sistema in una forma molto più efficace nella loro tecnologia, reintroducendo coercizioni di carattere militare non meno rigide nell'organizzazione di una fabbrica che in quella del nuovo esercito addestrato, uniformato e regolamentato. Durante le fasi di transizione degli ultimi due secoli, la tendenza ultima di questo sistema poteva essere in dubbio, poiché in molte aree vi erano forti reazioni democratiche; ma con la fusione di un'ideologia scientifica, liberata dalle restrizioni teologiche o dagli scopi umanistici, le tecniche autoritarie hanno trovato uno strumento a portata di mano che ora le ha dato il comando assoluto delle energie fisiche di dimensioni cosmiche. Gli inventori di bombe nucleari, razzi spaziali e computer sono i costruttori di piramidi della nostra epoca: psicologicamente gonfiati da un mito simile di potere illimitato, vantandosi attraverso la loro scienza della loro crescente onnipotenza, se non onniscienza, mossi da ossessioni e compulsioni non meno irrazionali di quelle dei precedenti sistemi assoluti: in particolare la nozione che il sistema stesso debba essere ampliato, a qualsiasi costo finale per la vita.

Attraverso la meccanizzazione, l'automazione, la direzione cibernetica, questa tecnica autoritaria ha finalmente superato la sua debolezza più seria: la sua originaria dipendenza da servomeccanismi resistenti, a volte attivamente disobbedienti, ancora abbastanza umani da ospitare scopi che non sempre coincidono con quelli del sistema.

Come la forma più antica di tecnica autoritaria, anche questa nuova tecnologia è meravigliosamente dinamica e produttiva: il suo potere in ogni forma tende ad aumentare senza limiti, in quantità che sfidano l'assimilazione e sconfiggono il controllo, che si tratti della produzione di conoscenza scientifica o delle linee di assemblaggio industriale. Massimizzare l'energia, la velocità o l'automazione, senza riferimento alle complesse condizioni che sostengono la vita organica, sono diventati fini di per sé. Come nelle forme più antiche di tecnica autoritaria, il peso dell'impiego, se si deve giudicare dai bilanci nazionali, è rivolto verso strumenti assoluti di distruzione, progettati per scopi assolutamente irrazionali il cui principale sottoprodotto sarebbe la mutilazione o l'annientamento della razza umana. Persino Ashurbanipal e Genghis Khan hanno compiuto le loro operazioni sanguinose entro limiti umani normali.

Il centro dell'autorità in questo nuovo sistema non è più una personalità visibile, un re onnipotente: anche nelle dittature totalitarie il centro ora risiede nel sistema stesso, invisibile ma onnipresente: tutti i suoi componenti umani, anche l'élite tecnica e manageriale, persino il sacro sacerdozio della scienza, che da solo ha accesso alla conoscenza segreta tramite la quale il controllo totale sta ora rapidamente avvenendo, sono intrappolati dalla perfezione stessa dell'organizzazione che hanno inventato. Come i Faraoni dell'età delle piramidi, questi servi del sistema identificano i suoi beni con il loro stesso tipo di benessere: come per il re divino, il loro elogio del sistema è un atto di auto-adorazione; e di nuovo, come il re, sono sotto la presa di un'irrazionale compulsione ad espandere i loro mezzi di controllo ed espandere l'ambito della loro autorità. In questo nuovo collettivo centrato sul sistema, questo Pentagono del potere, non c'è una presenza visibile che emette comandi: a differenza del Dio di Giobbe, le nuove divinità non possono essere affrontate, ancora meno sfidate. Sotto il pretesto di risparmiare lavoro, il fine ultimo di questa tecnica è quello di soppiantare la vita, o meglio, trasferire gli attributi della vita alla macchina e al collettivo meccanico, permettendo solo quanto dell'organismo possa essere controllato e manipolato.

Lewis Mumford